Horus

Il culto del dio Horus è complesso.

La divinità veniva adorata in molteplici forme nelle singole città Egizie e tali forme hanno alcune peculiarità che le distingue dalle altre, anche se spesso alcune forme condividono alcuni aspetti. Trattare il culto di Horus in forma esaustiva è un'impresa titanica e, per questo, vi rimando a testi specializzati, ben curata ed esaustiva è anche la pagina Wikipedia sull'argomento.

Secondo Mario Tosi "per la bellezza delle sue piume, l’eleganza delle sue forme, la potenza del suo volo, il falco pellegrino d’Africa fu l’essere alato il cui prestigio si impose più di ogni altro negli abitanti dell’Egitto primitivo. Nel nord come nel sud venne venerato col termine ḥr che sembra indicare tutti i rapaci della specie (anche se “falco” si diceva bik). In origine gli dei falco erano indipendenti tra loro ma quando, verso la fine della preistoria, uno di essi divenne il dio dinastico, essi si fusero in un’unica entità. Tuttavia questo processo di unificazione non ha cancellato il ricordo delle antiche distinzioni che seguitarono a perpetuarsi nei culti locali. Prima di Horus, ciascun dio locale era considerato dio di stato nel proprio distretto".


Il nome del dio deriva dalla radice ḥr "essere sopra" ad indicare, probabilmente, il cielo; veniva scritto quasi sempre con l'ideogramma del falco "passante", raramente il simbolo veniva accompagnato da segni fonetici. Nell'antico regno solo il faraone poteva utilizzare gli ideogrammi divini per scrivere il proprio nome. Nei nomi propri, dunque, il nome del dio veniva scritto con i soli segni fonetici, successivamente si potevano utilizzare entrambe le alternative (vedi, per es. la stele di Hornakht).

Nei testi delle piramidi il nome si trova scritto col simbolo N31.

Il dio veniva rappresentato principalmente come falco o uomo dalla testa di falco. Esistono rappresentazioni diverse per alcune forme peculiari del dio.

Per chi non lo avesse capito, Horus è la mia divinità egizia preferita!


Forme del dio Horus

Qui ho raccolto le principali forme del dio con le varie scritture geroglifiche delle quali, ricordo, esistono diverse varianti grafiche.

La forma antica

Hor-Wr / Horus il grande (o l'anziano) /Haroeris

Adorato come falco, uomo dalla testa di falco, sfinge ieracocefala.

Divinità antica, dio del cielo, i suoi occhi erano il sole e la luna, il dio era "colui che presiede ai due occhi" (ḥr-nty-irty)  nelle notti di luna nuova diventata "colui che non ha occhi" (ḥr ḫnty-n-irty), quest'ultimo si pensava che fosse particolarmente pericoloso in quanto cieco, danneggiando allo stesso modo nemici e amici. Questa forma di Horus (detta anche ḥr-nty-ḫm - Hor-Kehenti-Khem, "Horus a capo di Khem") era adorata a Khem (Letopolis, Ausim) nel Basso Egitto. Una forma successiva, più sviluppata della lingua egizia lo chiama mḫnty-irty e mḫnty-n-irty; stesso significato.

È stato ipotizzato che Horus abbia effettivamente avuto origine nell'Alto Egitto (come "Horus di Behedet" in Behedet) e che il suo culto si sia diffuso a nord con l'unificazione del paese sotto Narmer o Aha.



Il Sethe ipotizza che Osiride fosse un antico Dio della regalità ed Horus fosse un dio originario del 3° distretto del Basso Egitto i cui seguaci ebbero un ruolo molto importante nella formazione del regno di Eliopoli durante la preistoria. A seguito di una secessione del delta (da parte di seguaci del dio Seth) il regno fu riunificato dai "seguaci di Horus" ed il dio (per legittimare la riconquista del potere) sarebbe diventato figlio di Osiride con le forme connesse con la regalità (es. Hor sa-iset).

L'origine del dio Horus è comunque molto discussa, le fonti sono spesso poco dirimenti poiché si perdono nella preistoria dell'Egitto e, forse, è destinata a rimanere un mistero.

Il faraone era la sua immagine sulla terra, da qui il "nome di Horus" dei faraoni, il più antico della titolatura regale. 

Adottato nella cosmogonia di Eliopoli era figlio di Nut e Geb (e dunque fratello di Osiride Seth, Iside e Nefti), nato in uno dei cinque giorni epagomeni. 

Rappresentato generalmente come falco o uomo dalla testa di falco, fu adorato nel tempio composito di Kom Ombo come sfinge ieracocefala.

Fu chiamato dai greci Haroeris.

 


Forme connesse con la regalità

Horus figlio di Iside

Hor-sa-iset. Adorato come falco, uomo dalla testa di falco con doppia corona.

Protettore per eccellenza e simbolo della monarchia, veniva rappresentato con la doppia corona. Chiamato talvolta "il giovane" per differenziarlo dalla forme precedente, la La divinità era originaria di Khemmis, vicino a Buto, nel delta del Nilo. Tale divinità sconfigge Seth e riacquista il trono d'Egitto vendicando il padre. 

Fu chiamato dai greci Harsiesi.


Hor-Pa-Khred / Arpocrate

Citato già nei testi delle piramidi, questa forma di "Horus bambino" sviluppò un suo culto solo in Epoca Bassa. Rappresenta il dio Horus fanciullo figlio di Iside ed Osiride; concepito dopo la ricomposizione del corpo di Osiride, il bambino viene nascosto nelle paludi del delta per sfuggire alla caccia dello zio Seth per garantirsi il trono.

Nel mito il fanciullo, durante il periodo di occultamento nel delta, fu punto da uno scorpione e guarì grazie alla magia della madre, divenendo così il simbolo delle guarigioni. In epoca greco-romana divenne un vero e proprio dio della medicina col nome di Arpocrate. Veniva rappresentato con l'iconografia tipica dei bambini ovvero nudo con la treccia della fanciullezza mentre si succhia il dito indice in bocca (interpretato successivamente come gesto di silenzio); solitamente teneva in mano serpenti e scorpioni e si ergeva su coccodrilli.


Hor-Nedj-itef / Hor-Nedj-her-itef

Adorato come uomo dalla testa di falco, uomo vestito da sacerdote sem.

Tradotto variabilmente come Horus "che si prende cura del padre" o "che vendica suo padre" o "che protegge suo padre", questa forma è connessa allo scontro tra Horus è Seth per rivendicare la regalità. In particolare questa forma del dio affrontava lo zio Seth per vendicare il proprio padre e, sconfittolo dopo molte peripezie, rivendicava l'eredità di Osiride, divenendo finalmente re d'Egitto. Il mito è connesso con la perdita degli occhi, strappati da Seth, rielaborazione della forma di Haroeris "colui che non ha occhi".

Nell'Osireion di Abido appare come un uomo ieracocefalo con la doppia corona, nella tomba di Nefertari come un uomo con la treccia della fanciullezza vestito con pelle di leopardo come coloro che eseguono i riti funebri, in genere i primogeniti maschi.

In greco fu tradotto come Harendotes.


Hor-Iunmutef

Adorato come uomo dalla testa di falco, uomo vestito da sacerdote sem.

Forma connessa col mito della regalità, questo Horus "pilastro di sua madre" nella tomba di Nefertari viene rappresentato come un uomo con la treccia della fanciullezza vestito con pelle di leopardo come coloro che eseguono i riti funebri, in genere i primogeniti maschi.


Hor-Heri-Khenduf

"Horus che è sul suo trono", raffigurato come uomo contesta di falco, seduto sul trono con amuleto ankh e scettro was nelle mani. Nella settima ora della notte il dio deve mettere in movimento le stelle e stabilire la posizione delle ore. Di fronte al dio ci sono dodici dei raffigurati con una stella sul capo, seguono dodici dee sempre con una stella sopra la testa rivolte però in direzione opposta.  


Hor Sema-Tawi

"Horus che unisce le due terre". Ad Edfu questa forma di Horus veniva adorata come figlio di Horus-padre ed Hator. Il dio era dunque venerato sia come padre che come figlio. 

Ha la forma di un bambino. Può presentare anche altri aspetti: una mummia con testa umana, un uomo con testa di serpente o un falco coronato di piume e disco solare.
Nella sua manifestazione animale, lo si ritrova come un serpente che emerge da un loto (forma che adotta, ad esempio, nelle cripte del tempio di Dendera).

Probabile fusione tra Horus ed una divinità "Sematawy" probabilmente integrato nel mito successivamente. Il suo rapporto con il loto nasce dall'osservazione della natura: il fiore si apre all'alba rivolto ad est e si richiude al tramonto, sprofondando nelle acque. Questo evento quotidiano fu assimilato dai teologi egiziani al corso quotidiano del sole e collegato all'Horus solare.


Forme solari

Horakhty

Adorato come falco o uomo dalla testa di falcosempre con il disco solare sopra la testa.

Questa forma di Horus significa "Horus dell'orizzonte", ovvero al tramonto ed all'alba. Veniva tradotta come "Horus dei due orizzonti" ma quest'ultima interpretazione è, secondo Grandet e Mathieu, obsoleta; sarebbe in realtà derivata da un nome relativo (nisbé) di orizzonte e, data la stessa pronuncia, il termine viene spesso reso con un falso duale o duale grafico (la ripetizione dell'ideogramma dell'orizzonte - vedi Grandet-Mathieu p. 101).

Questa forma dà origine alla forma sincretica Ra-Horakhty.


Harmakis

Horus all'orizzonte, dio del sole nascente e del tramonto, personificazione della funzione divina dei faraoni, simbolo della resurrezione, della vita eterna, della dimora eterna dei faraoni. Venerato come sfinge, dal nuovo regno è il nome della grande sfinge di Giza.


Horus Shed

"Horus salvatore"; fu nella XVIII dinastia che il termine šd ebbe il significato di "salvatore". È una forma di Horus fanciullo, dunque legato ai miti dell'infanzia del dio. Nella XVIII dianstia venen identificato con Horus figlio di Iside, Arpocrate ed Harmakis. Erede di Ra, egli è il legittimo successore di Atum. Sotto forma di sfinge solare incarna tutte le forme del sole "Atum-Khepri, Ra ed Horo". Erman e Moret ipotizzano che il termine šd dervi da šw, dio dell'aria (che in effetti è l'erede di Atum).


Hor-Pa-Ra

Tra le innumerevoli forme del sole, Ra  in questa occasione, si fonde con Horus per dare vita ad un'invocazione locale dello stesso.

Il suo nome significa "Horus il Sole" nel suo aspetto più giovane. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una forma fusa con Ra, analogamente a Horakhty o Harmakhis.

Questa manifestazione del sole è il risultato della sua associazione con un dio guerriero, legato all'energia solare e con il carattere di demiurgo.

In analogia col dio Montu ha il compito di proteggere il re dalle malattie e dalle disgrazie che potrebbero affliggerlo.

Viene rappresentato come un gatto.


Forme legate al culto nelle diverse città

Horus di Behedet

Rappresentato come disco solare alato, questa forma del dio veniva adorata a Behedet ovvero la città di Edfu, luogo, secondo il mito, della vittoria finale di Horus su Seth.

È una divinità remota che, in origine, non aveva alcun rapporto con il ciclo solare. Nella V dinastia il disco o scarabeo fu aggiunto e integrato in questo ciclo, creando un'immagine in cui si riesce a malapena a distinguere quanto lontano si spinge Horus e dove inizia Ra. 

Adotta un carattere apotropaico sugli architravi delle porte sacre e nella parte superiore delle stele.

Porta il titolo di "Il Fiociniere", per via del suo aspetto da guerriero, in riferimento al suo ruolo nel massacro dei nemici di Ra e per questo motivo era anche il santo patrono dell'esercito.


Horus di Nekhen

Adorato come falco o uomo con la testa di falco che porta su di essa due alte piume o la corona bianca dell'Alto Egitto. 

Nekheny è una divinità che in periodi molto antichi venne fusa con il più importante dio falco, Horus, rendendo molto difficile stabilire dove iniziano le attribuzioni e le forme dell'uno e dove finiscono quelle dell'altro.

Di carattere eminentemente guerriero, è spesso identificato con Harendotes.

Il suo nome significa “Quello di Nekhen”, in relazione alla città da cui era originario.

È l'aspetto di Horus che offre i suoi spiriti trasfigurati alla monarchia per formare “Le Anime di Nekhen”; I re defunti si fusero con questa entità mitica e adottarono l'aspetto del lupo Upuaut. Sembra menzionato nei Testi delle Piramidi.


Horus-khenti-Kheti

Raffigurazione del sole diurno, in particolare del sole che si leva ad est. Dio della Città di Athribis, capitale del X distretto del basso Egitto.


Hr-mrty

Questo Horus era venerato nella parte orientale del Delta. È imparentato con l'Horus Cosmico, poiché porta l'epiteto “Horus dei Due Occhi” (il Sole e la Luna), come accade con altre forme del dio falco (ad es. Haroeris).

Divinità guerriera che combatte contro il serpente Apophis, nemico di Ra e del dio malvagio Seth, membro della leggenda osiriaca.

Siamo di fronte ad un dio integrato sia nel ciclo solare che in quello osiriaco; In entrambi i casi è una divinità molto attiva, protettrice e difensore di Osiride e Ra attraverso i combattimenti.


Horus di Baki

Forma locale di Horus venerata nei moderni el-Dakka e Kuban (Baki).


Horus (signore) di Buhen

Forma locale di Horus venerata a Buhen durante il Nuovo Regno.


Horus della Duat

Horus che vive nell'Aldilà, in quanto rappresentante del Sole. Porta anche il titolo di "Signore delle Stelle Circumpolari". Assimilato con Horakhty durante il Nuovo Regno.


Horus di Hekenu

È una forma guerriera di Horus, figlio di Bastet.
Venerato a Bubastis e Menfi, dove fu identificato con Nefertum. Entrambi erano dei che presiedevano agli unguenti sacri. Alla fine iniziò a identificarsi con Mahes. Venerato sotto forma di falco o grifone.


Horus di Libia

Era venerato nella città di Momenfis, situata nel Delta, così come nelle zone confinanti con l'attuale Libia. Per il suo aspetto guerriero è legato a Neit, Sekhmet e Sobek; proteggeva le strade della zona desertica occidentale dell'Egitto.


Horus di Manu

Dio di Letópolis, dove è assimilato a Horakhty. È il rappresentante della Montagna dell'Ovest. È legato agli Horus che personificano il punto cardinale opposto (Est) e che sono Hor-Iabti e Hor-She-semty.


Horus (signore) di Mesen

Divinità che arpiona i nemici di Ra ed è quasi analoga a Horus Behedety. Era venerato a Messen e Buto. Può assumere le sembianze di un leone. Compare in un rilievo nel tempio di Edfu (dedicato ad Horus di Behedet) mentre in forma di "leone col volto di uomo, apparso con la corona hemhem, il cui artiglio era come un coltello" dilania i nemici nel delta orientale.

Altre forme


Hor-Imi-Shenut

Traducibile come "Horus che è nelle corde" o "Horus che è nella città della corda" (forse Sohag, dalla città ove sorgeva il tempio di questo Horus) o anche "Horus che fa parte dei rimorchiatori" ovvero che aiuta a trainare la barca solare di Ra e che, egli stesso, rappresentazione del "sole dei due orizzonti", ovvero all'alba e al tramonto. La divinità veniva rappresentato come coccodrillo dalla testa di falco. Secondo Edda Bresciani "la sua natura solare è fuori discussione, anche nelle sue forme di mostri ibrido, mentre la sua natura aggressiva contro i nemici risulta, fin da medio regno, per il collegamento col coltello ma anche col braciere dove il dio punisce gli avversari e li distrugge; è un dio di natura magica ed ambivalente distruttrice e protettrice". Veniva invocato per evocare protezione o durante esorcismi per invocare la guarigione.


Hor-Iabti

Una delle molteplici divinità falco successivamente confluite in quella più importante, Horus. Tuttavia, queste divinità conservavano parte della loro personalità, sebbene intese come forme del dio.
Hor-Iabti era la forma sacra dell'Horus dell'Oriente, cioè del luogo dove ogni giorno sorge il sole, e per questo veniva identificato con Horakhty.
Questa divinità è presente nei Testi delle Piramidi.


Hor-Pa-Neb-Tawy

Ennesima forma di Horus, che, questa volta, viene chiamato "Horus Signore delle Due Terre", sottolineando il suo ruolo di sovrano di tutto l'Egitto.

Hor-Pa-Neb-Tawy è colui che ristabilisce e si assume la responsabilità di Maat, l'ordine che deve regnare in Egitto o, in altre parole, l'equilibrio del Paese quando non è diviso.

Appare menzionato nei Testi delle Piramidi.


Hor-Semesu

"Horus il primogenito", fu integrato nel mito eliopolitano, unendosi all'ultima generazione di dei per completare il ciclo dei cinque giorni epagomeni. È venuto al mondo il secondo giorno è il dio del cielo notturno, "Colui che abita tra le stelle".

Nacque dai rapporti sessuali che Iside e Osiride ebbero quando erano ancora nel grembo di Nut, essendo quindi figlio della dea celeste, figlio di Iside e Osiride, nipote di Nut e fratello della coppia Osiride.

Viene spesso confuso con Haroeris, con il quale condivide lo stesso mito e in molti testi è equiparato a Ra.

Questa divinità è presente nei Testi delle Piramidi. (§ 301).


Horus nel grande castello

Ovvero Hor-em-hut-aat; questa forma appare nella cappella bianca di Sesostri I nel complesso di Karnak (parete Sud, quarto pilastro) ed è rappresentato in forma umana.


[Continua...]


Bibliografia

- Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto, vol.I, Ananke, Torino, 2011.

- Elisa Castel, Gran Dicionario de Mitologia Egipcia, Aldebaran, Madrid, 2001.