La placca da sandalo del faraone Den
Fonte immagine: Wikipedia CC BY 4.0
Questo reperto è straordinario.
Conosciuta anche come "Placchetta MacGregor", misura solo 5cm x 5cm ed era un ornamento per i sandali del Faraone nella sua dimora eterna, la mastaba. Sul retro proprio una rappresentazione dei sandali ad indicare la funzione del reperto. Il faraone avrebbe potuto materialmente "calpestare" i suoi nemici per l'eternità.
La straordinarietà di questo pezzo risiede nel fatto che ci sono incise le prime frasi complete in egiziano, o, meglio, le prime attestate.
Prima di questo pezzo i geroglifici erano usati per scrivere i nomi del sovrano o delle persone che lo accompagnavano nelle scene. Qui invece per la prima volta i simboli si assemblano a formare delle frasi complete di senso compiuto, nascono le prime didascalie come descrizioni dell'immagine che non resta più isolata a rappresentare un evento storico.
Da qui parte la scrittura geroglifica che produrrà i capolavori che conosciamo.
Testo geroglifico e traduzione
Vediamo dunque come sono stati interpretati i simboli presenti:
In alto al centro:
Davanti al Faraone vi è una prima didascalia. Il serekh (rappresentazione del palazzo) contiene il nome del faraone: dn "Den"; il falco che lo sormonta è Horus, dio della regalità. Probabilmente in questa epoca si leggeva col nome del sovrano che diventava "Horus-Den".
A destra:
Ecco una frase completa: sp tp sḫ j3b.t ovvero "prima volta colpito (sconfitto?) l'oriente". Accompagna l'immagine classica del faraone che tiene un nemico per i capelli e si appresta a colpirlo con la mazza Hedj. Indica chiaramente l'evento che viene ricordato e rappresentato sulla placca.
Al centro:
Altra frase completa: tm=sn. Il verbo tm significa "cessare". In questo contesto "li fa cessare (di esistere)" o "essi non devono esistere" è un chiaro messaggio: il Faraone ha annientato i suoi nemici, i ha "cancellati dalla faccia della terra".
A sinistra:
Questi simboli sono un'altra didascalia, sono (probabilmente) il nome di un alto funzionario (il visir?, portatore dei sandali?) che accompagna il Re; non è rappresentato ma la presenza del suo nome basta a farlo sentire presente, si chiamava inkA.
Il faraone viene spesso rappresentato insieme ad un funzionario che porta i sandali, nella tavoletta di Narmer il portatore di sandali segue il Re in tutti e due i lati, esattamente nella posizione di questi glifi. Trattandosi proprio di un ornamento dei sandali del Faraone mi viene da pensare che questo nome potrebbe proprio riferirsi a questo funzionario.
Commento
Non so se sono riuscito a trasmettere l'emozione che provo ogni volta che vedo o parlo di questo reperto. Io lo vedo come un punto di partenza, la mia grande passione esiste anche grazie a questa piccola placca, grande meno di una carta di credito ma dall'importanza storica gigantesca.
Bibliografia ed approfondimenti
Se vi interessa l'argomento vi consiglio un'ottima fonte:
Neil MacGregor, Storia del mondo in 100 oggetti, ed. Adelphi 2012, Milano. Il reperto è trattato a pagina 64.