La dualità nella cultura egiziana
Una questione di coppie.
Quando ho iniziato a leggere libri sull’antico Egitto ho immaginato il paese diviso fra Alto e Basso Egitto (rispettivamente la valle del Nilo ed il delta), come la Gran Bretagna divisa fra Scozia ed Inghilterra, divise ma unite sotto un unico sovrano. Pensiero sbagliato!
Gli egiziani non avevano la percezione di vivere in un paese “diviso” (a parte nelle fasi turbolente dei periodi intermedi); in epoca predinastica probabilmente esistevano due entità, l’Alto Egitto avrebbe poi conquistato il Delta; dopo l’unione però il paese era uno ed uno solo con un solo ed unico re; nessun egiziano si dichiarava egiziano dell’Alto o Basso Egitto e gli abitanti della parte opposta non venivano certo percepiti come stranieri.
Semplicemente Gli egiziani vedevano il mondo come un equilibrio fra forze diverse, in questo contesto anche il paese doveva essere composto da due entità e si mantenne solo a livello cerimoniale l’antica divisione “pre-unitaria”.
L’umanità è composta da uomini e donne, la cui interazione genera nuova vita. Non deve stupire se gli antichi percepivano la presenza di due entità come "la cosa giusta".
Lo stesso corpo umano è simmetrico, abbiamo vari organi doppi, questo ha portato (probabilmente) all’uso del caso duale utilizzato prevalentemente nei concetti che vanno “a coppia”.
Il plurale in egiziano si fa aggiungendo una .w finale al maschile e una .wt finale al femminile mentre il duale si fa aggiungendo .wy al maschile e .ty al femminile.
Un paese, due entità.
Un altro indizio risiede nel modo in cui chiamavano il loro paese, ta.wy “le due terre” ovvero Alto e Basso Egitto.
A questo corrispondevano due dee tutelari, Wadjet per il Basso Egitto e Nekhbet per l’Alto (da qui il titolo del Faraone "le due signore" nella titolatura reale); il Re era dunque re dell’Alto Egitto (rappresentato dal giunco, pianta tipica della regione, il re era dunque “quello a cui appartiene il giunco giunco”) e del Basso Egitto (rappresentato dall’ape, animale tipico della regione, il re era dunque “quello dell’ape”).
Nero buono, Rosso Cattivo.
Un altro modo di chiamare il paese (il più diffuso) era Kemet, dalla radice kem “nero”, ovvero la terra nera, resa fertile dal limo esondato dal Nilo. Anche questo termine aveva un opposto: deshert dalla radice dSr “rosso” ovvero la terra rossa dell’arido deserto (il termine moderno “deserto”deriva proprio dalla radice egiziana).
Ordine e caos.
Concettualmente il mondo è composto da ordine e caos, a questi concetti corrispondevano il dio Horus, originario dell’Alto Egitto (città di Nekhen) rappresentava la regalità e dunque l’ordine costituito, il dio Seth originario del Basso Egitto (città di Ombos) rappresentava il caos, era dio delle tempeste e del deserto; ma attenzione: come protettori delle corone i due si “scambiavano” le aree di competenza, Horus proteggeva la corona rossa del Basso Egitto e Seth viceversa proteggeva la corona bianca dell’Alto Egitto (come possiamo vedere nel blocco celebrativo dell' Heb-Sed di Sesostri III.
Dunque benché gli egiziani sapessero bene di vivere in un unico stato, abitato da un unico popolo, con un solo re, la loro percezione di “giusto” se composto da due entità in equilibrio fra loro li ha portati a mantenere l’antica “divisione cerimoniale”.